Editoriale
di Mauro Dalla Villa
Presidente regionale Fita Veneto
Democrazia
Un bene preziosodall'esercizio
complesso
Spesso ci lamentiamo delle azioni o non azioni di chi ci amministra, siano questi sindaci, assessori, deputati o ministri; ma quando è il momento di farci sentire, o non ci siamo, oppure lasciamo che altri facciano quello che vogliono.
Domenica 20 ottobre scorso ad Adria, in provincia di Rovigo, abbiamo svolto il nostro tradizionale congresso per presentare l'annuario Fitainscena 33, e l'appuntamento è coinciso, come definito da molto tempo dal Consiglio Federale regionale, con l’Assemblea straordinaria per l’adeguamento dello statuto regionale a quanto dispone il nuovo Codice del Terzo settore.
Prima di ogni considerazione, rinnovo il più sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno garantito la loro presenza ed hanno avuto la pazienza di rimanere fino in fondo, in una sala affollata: una presenza massiccia di Presidenti e Associati di molte Compagnie aderenti a F.I.T.A. Veneto che ha sopportato, in modo composto, la raccolta delle ultime deleghe non ancora pervenute e sollecitate grazie all’impegno dei Comitati provinciali.
Ancora grazie, perché essere riusciti a votare il nuovo statuto, con una così ampia maggioranza di Associati, è sicuramente un esercizio di grande democrazia partecipativa.
Peccato per chi non c’era. Ha perduto un'occasione per capire che ciò che è opportuno per tutti si ottiene solo grazie ad alcuni che, più di lui, hanno a cuore il fare associazionismo, senza ragionamenti di opportunità o di convenienza.
L’obbligatorietà degli adeguamenti non è un vezzo dei Direttivi federativi, ma un obbligo di Legge al quale non è possibile sottrarsi. E per farlo, sempre a garanzia degli Associati, è necessario essere percentualmente molto numerosi, giusto perché poche persone non possano decidere per tutti.
Quando comprenderemo che tutto questo tutela l’operato di tutti noi e non solo di alcuni, avremo fatto un grande passo nella direzione corretta.
La presenza di molti Associati ci fa ben sperare che quanto da tanto auspichiamo cominci ad avverarsi, cioè che si comprenda che la Federazione è patrimonio di tutti e non solo dei legali rappresentanti di Compagnia. Avere avuto così tanti Associati presenti che, senza la “responsabilità” di gestione della propria Associazione, hanno voluto esserci anche per affrontare un tema, diciamolo, non propriamente accattivante, crediamo possa considerarsi un'inversione di tendenza rispetto alle abitudini generali di demandare e delegare gli altri. Esserci significa sapere e conoscere ciò che succede e volere essere protagonisti di ciò che si decide; questa è la giusta modalità di fare Associazione.
Confido che, riprese le energie dopo la fatica di domenica, sia possibile per ognuno di noi farsi interprete verso gli altri del fatto che la partecipazione - anche quando possa costarci una qualche fatica - contribuisce a fare della nostra Federazione un luogo confortevole e significativo, nel quale fa piacere ritrovarsi e per il quale vale la pena impegnarsi in prima persona.
A tutti buon teatro.