PRIMO PIANO - 30 VOLTE MASCHERA D'ORO
Il Festival nazionale promosso dal Comitato Veneto della Federazione Italiana Teatro Amatori è entrato nel vivo, con i primi appuntamenti di spettacolo e con le prime proposte speciali (a Vicenza e in altri centri della regione), pensate per festeggiare il 30° anniversario della kermesse. Ne parliamo con il presidente del Comitato organizzatore, Aldo Zordan, e tracciamo un profilo artistico delle sette finaliste.
Aldo Zordan, presidente del Comitato organizzatore
La trentesima edizione della “Maschera d’Oro” ha preso il via. Il lungo lavoro preparatorio, le idee messe in campo per questa stagione così speciale del Festival nazionale firmato da Fita Veneto, dunque, ha mosso i primi passi tra spettacoli in finale, apuntamenti collaterali, conversazioni… L’emozione è tanta, come ci confida Aldo Zordan, presidente del Comitato organizzatore della kermesse, nonché vicepresidente nazione della Federazione.
Insomma, finalmente ci siamo...
Infatti, e devo dire che se prima eravamo emozionati per l’attesa, adesso lo siamo ancora di più nel seguire i primi appuntamenti del nostro cartellone, per far sì che tutto fili nel migliore dei modi e che il pubblico si senta soddisfatto e coinvolto.
Le premesse, comunque, sono state ottime fin dall’affollata conferenza stampa di presentazione (cronaca e video disponibili su www.fitaveneto.org).
Sì, è stato un incontro molto vivace e partecipato, con la presenza attiva dei nostri partner (dalla Regione alla Provincia, dal Comune a Il Giornale di Vicenza, fino, naturalmente, a Confartigianato Vicenza con il suo Premio Faber Teatro) i quali tutti hanno ribadito la piena fiducia verso la nostra Federazione e il nostro Festival. Sono risultati che confortano, importanti per confermare che stai seguendo la strada giusta, quella della serietà e dell’impegno, e tali da porre le basi per un dialogo sempre più aperto e propositivo. Sì, decisamente siamo contenti dei rapporti di reciproca fiducia creatisi in questi anni.
Anche sul fronte artistico, la Maschera conferma la propria apertura verso i più vari tipi di teatro...
Basta sfogliare i cartelloni di queste trenta edizioni per vedere come in essi spicchino non solo lavori di notevole impegno artistico, ma anche un’attenzione speciale per un teatro “altro”, spesso lontano da scelte “facili”. Di quelle che strizzano l’occhio al botteghino, mi verrebbe da dire, ma la verità è che il nostro pubblico ha mostrato sempre, nel passare del tempo, una grande attenzione per la qualità al di là del titolo più o meno di richiamo, rispondendo positivamente a tutte le nostre proposte, affinando il proprio senso critico e dandoci fiducia: ecco la parola “fiducia” che ritorna, e mi sento tranquillamente di dire che non è un caso.
Quanto alle compagnie, avete notato un’evoluzione?
Su due livelli. Il primo è quello nel quale una compagnia sceglie se iscriversi o meno al nostro Festival; quest’anno, per esempio, abbiamo avuto una settantina di iscrizioni da tutta Italia, e il bello è che ormai si sa quanto le maglie delle nostre selezioni siano strette e compagnie che magari “osano” iscriversi ad altre manifestazioni sanno a priori di non rispondere (non ancora, magari) agli standard richiesti dalla nostra. Il secondo riguarda la qualità complessiva delle candidate: come mi confermano di anno in anno i selezionatori, la sensazione è che la qualità delle compagnie sia sempre più alta, segno di quanto il mondo amatoriale stia crescendo.
Appuntamento a teatro, allora, per questa Maschera del trentennale. Ma non solo a teatro. Diamo un’occhiata alle altre proposte?
Nel cartellone (disponibile su www.fitaveneto.org) abbiamo serate di approfondimento su spettacoli e autori transitati in passato per la Maschera, come vincitori o come finalisti, ma avremo anche “spritz teatrali”, in venerdì alle 18.30, in alcuni centri della regione, nei quali vengono approfonditi gli spettacoli di scena quel sabato sul palcoscenico del San Marco. In cartellone ci sono poi due spettacoli “fuori sede”, la domenica alle 16.30: l’11 febbraio al Teatro Duomo di Rovigo e l’11 marzo al Teatro di San Stino di Livenza, entrambi con il patrocinio delle Amministrazioni Comunali. E, ancora, due conversazioni: nella prima, già svoltasi con successo, abbiamo parlato del rapporto fra cibo e teatro, alla Biblioteca internazionale “La Vigna”, con la partecipazione dello storico della cucina Danilo Gasparini, del critico teatrale Antonio Stefani e dell’attrice Mariella Fabbris, coordinati dal giornalista Antonio Di Lorenzo; nella seconda, in programma giovedì 22 marzo in Sala Stucchi, nello storico Municipio di Vicenza, parleremo di teatro amatoriale fra tradizione e innovazione.
Tornerà anche, rafforzato, il concorso di critica teatrale “La Scuola e il Teatro”...
Quest’anno, grazie alla collaborazione dell’Assessorato all’Istruzione e alla Formazione della Regione del Veneto, che si è unito a quello per i Giovani e l’Istruzione del Comune di Vicenza, il concorso ha assunto un respiro regionale, proponendosi a tutti gli studenti delle scuole superiori del territorio. Ci sono oltre sessanta iscritti e siamo veramente curiosi di vedere come i ragazzi si confronteranno con i due testi che abbiamo scelto per loro, viste le tematiche trattate: la vecchiaia, nel caso de “Le ultime lune” di Furio Bordon, e il mondo del lavoro con “Il metodo Gronholm” di Jordi Galceràn. I ragazzi, accompagnati dal loro insegnante referente, assisteranno gratuitamente a questi spettacoli, cimentandosi poi nella stesura di una critica teatrale. In vista di quella prova, inoltre, mettiamo a loro disposizione un incontro (mercoledì 28 febbraio alle 15, nella nostra sede regionale a Vicenza) con alcuni addetti ai lavori, pronti a spiegare le basi del mestiere.
La Maschera, infine quest’anno si è fatta un regalo speciale.
Grazie alla generosa disponibilità del M° Roberto Jonata, infatti, per la prima volta nella nostra storia abbiamo una vera e propria colonna sonora, che ci accompagnerà attraverso il festival, nella promozione, durante le serate e in altre occasioni. In più, venerdì 23 marzo alle 21, nel salone d’onore di Palazzo Chiericati, sede della Pinacoteca di Vicenza, il Maestro presenterà l’album che ha messo a nostra disposizione: “Shape”, pubblicato da Velut Luna. La nostra scelta non è stata casuale: l’album, infatti, è stato ispirato al compositore e pianista vicentino proprio dalle emozioni che l’arte sa regalare e, in particolare, dalla meraviglia dell’opera di Andrea Palladio: e qui sta il legame con il nostro Festival, visto che, oltre a vivere la stessa passione per l’arte, grazie a Confartigianato Vicenza abbiniamo la nostra manifestazione al Premio Faber, che permette ai vincitori della Maschera di esibirsi, per una sera, sul palcoscenico dell’Olimpico, opera di Palladio e teatro coperto più antico del mondo.
Insomma, un calendario ricchissimo...
Sì, un po’ folle da organizzare e da seguire al meglio… ma ne vale la pena.
LA MASCHERA D'ORO, UN FESTIVAL CHE SA OSARE
Si è detto spesso, e a ragione, che la Maschera d'Oro è un festival che osa. Un'occhiata all'albo d'oro della manifestazione (pubblicato nel sito www.fitaveneto.org) è sufficiente, d'altra parte, per vedere come la qualità e l'effettivo livello artistico espresso dalle compagnie candidate siano sempre stati messi al primo posto dai selezionatori, senza strizzate d'occhio al titolo popolare, alla rappresentazione gratificante per il botteghino. Una scelta che ha pagato, sempre: e questo grazie ad un pubblico che, nel corso del tempo, ha premiato la coerenza e la tenacia del Festival.
Guardando al passato e limitandosi ai soli spettacoli vincitori, certo non mancano i testi brillanti. Pensiamo ai goldoniani "La donna vendicativa" (1990, Teatro d'Arte Rinascita di Treviso), "Sior Todero brontolon" (2005) e "La cameriera brillante" (2015), entrambi proposti da La Barcaccia di Verona. O alle commedie musicali di Garinei e Giovannini "Aggiungi un posto a tavola" (1992, La Mandragola di Grosseto) e "Alleluja, brava gente!" (2000, Piccolo Teatro del Garda di Verona). E nemmeno lavori colorati e fantasiosi come "Una volta nella vita" di Kaufman e Hart (1993) o "Capitan Francassa" di Alberto Bronzato (1997), entrambi di Estravagario Teatro di Verona; o come altri due successi de La Barcaccia, "Rumors" di Neil Simon (1995) e "Ostrega, che sbrego" di Arnaldo Fraccaroli (2008); o ancora, "Arsenico e vecchi merletti" di Joseph Kesselring (2002, Accademia Teatrale Campogalliani di Mantova), "Cenerentole in cerca d'autore" di David Conati (2004, Estravagario), "Pigmalione" di George Bernard Shaw (2013) e "Il trigamo" di Piero Chiara (2017), entrambi della Campogalliani.
Ma a salire sul gradino più alto del podio sono stati anche lavori di Luigi Pirandello come "Il berretto a sonagli", proposto nella prima edizione del 1989 da La Barraca di Vicenza, o come "Sei personaggi in cerca d'autore", firmato due anni più tardi, nel 1991, dalla Cooperativa del Giullare di Salerno.
Nel 1994 la vittoria va al G.a.d. Città di Pistoia per "Il signor Puntila e il suo servo Matti" di Bertolt Brecht, mentre nel 1996 a conquistare la giuria è "La casa di Bernarda Alba" di Federico Garcia Lorca allestita da La Formica di Verona. Appena due anni più tardi, nel 1998, un altro testo di grandissimo impegno: "I costruttori di imperi" di Boris Vian, che porta alla vittoria La Trappola di Vicenza. E l'anno successivo, intenso e coinvolgente, "Mentre i treni passano" di Barbara Ammanati vale la Maschera alla Compagnia Patavina di Prosa "V. Lago" di Padova.
Nel 2001, tocca ad un grande classico di Eduardo De Filippo: "Filumena Maturano", che promuove il Piccolo Teatro del Borgo di Cava de' Tirreni, in provincia di Salerno. La follia dell'antisemitismo è al centro di due lavori che conquistano la Maschera a pochi anni di distanza: "Gli occhiali d'oro" di Alberto Cattini nel 2003, messo in scena dalla Campogalliani, seguito nel 2006 da "E per questo resisto" di Paolo Manfrini, tratto da "L'istruttoria" di Peter Weiss, con la Compagnia di Lizzana, in provincia di Trento.
Dal 2009 al 2012, quattro titoli in apparenza poco "accattivanti": "L'opera da tre soldi" di Bertolt Brecht, sempre con il G.a.d. di Pistoia, già vincitore nel 1994 con un testo del tedesco; nel 2010 "Il diavolo con le zinne" di Dario Fo, proposto da Il Teatro dei Picari di Macerata; nel 2011 "Ubu Re" da Alfred Jarry, firmato dall'Arsenale delle Apparizioni di Asti; e nel 2012 "From Medea" di Grazia Verasani, grande prova de I Cattivi di Cuore e Teatro del Banchéro di Imperia.
In tempi ancora più vicini a noi, infine, da citare "Il crogiuolo" di Arthur Miller, presentato dalla compagnia Al Castello di Foligno, in provincia di Perugia, e ancora, nel 2015, la vittoria della compagnia Ad Hoc di Roma con "Il cappello di carta" di Gianni Clementi, autore che come pochi sa raccontare l'oggi con leggera ironia e lucidità senza sconti.
Forte di questo suo passato, anche in questa edizione del trentennale la Maschera propone un cartellone davvero particolare. Ecco infatti che, accanto ad un solo lavoro goldoniano ("Una delle ultime sere di Carnovale", de La Trappola di Vicenza), tutti gli altri titoli appartengono al Novecento e al Duemila: da "Uno sguardo dal ponte" di Arthur Miller, messo in scena dal Nuovo Teatro Stabile Mascalucia (Catania) all'intrigante "Tingeltangel" di Karl Valentin, maestro della comicità nella Baviera degli anni '20 e '30, con la Compagnia di Lizzana di Rovereto; da "La sensale di matrimoni" di Thornton Wilder, con il quale La Ringhiera di Vicenza ci riporta nell'America del XX secolo a "Le ultime lune" di Furio Bordon, con la compagnia La Cricca di Taranto; da "Il metodo Gronholm" del poco più che cinquantenne catalano Jordi Galceràn, allestito da I Complici di Bologna, fino al conturbante "Ferdinando" di Annibale Ruccello (morto a 30 anni nel 1986) allestito dalla compagnia Incontri di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli.