Fita Logo trasp  fita logo 70
regione veneto  facebook googleplus instagram youtube

Monografie

Una piccola sosta
nel nostro viaggio

Quando abbiamo iniziato il nostro Progetto Teatro Veneto, sul finire del 2015, avevamo ben chiare in mente quelle che ne sarebbero state le principali coordinate: la curiosità nei confronti di un universo drammaturgico tanto vasto quanto per moltissimi aspetti ancora sconosciuto; l’amore per la scoperta e la conservazione delle sue testimonianze più lontane nel tempo e meno note; il desiderio di diffonderlo, di farlo conoscere e, chissà, magari stimolarne una riproposta sul palcoscenico, mettendone quindi a disposizione i copioni in formato testo e in pdf.
Ebbene, diciassette uscite dopo la prima, pubblicata nell’ancora cartaceo Fitainforma del dicembre 2015, possiamo dire che curiosità, amore e desiderio sono più vivi che mai, a dimostrazione di quanto ricco, variegato e sorprendente sia davvero il teatro veneto, da quello più antico a quello un po’ più vicino a noi: l’uno e l’altro capaci di dipingere con straordinaria forza vividi affreschi delle rispettive epoche, della società con cui si confrontavano, dei costumi di allora, delle atmosfere, delle dinamiche in atto.
In questo numero, dunque, ci prendiamo una piccolissima pausa per fare il punto su quanto pubblicato sino ad oggi, pronti a riprendere la corsa dal prossimo numero.
L’inizio del nostro viaggio, come detto, risale alla fine del 2015, quando nel quarto e ultimo numero dell’anno pubblicavano Il Saltuzza, spassosa commedia del veneziano Andrea Calmo, vissuto all’incirca tra il 1510 e il 1571. Accanto a Egloghe pastorali, rime e lettere, Calmo scrisse anche sei commedie, tra le quali appunto Saltuzza, pubblicata nel 1551: una storia di amori e tradimenti, doveri coniugali e piaceri da soddisfare, tra mariti, mogli, amanti, fantesche e parassiti.
Affinità d’atmosfera e di tematiche per La Venexiana, celeberrima commedia scritta in dialetto veneziano da un anonimo intorno al 1530 e pubblicata nel primo numero di Fitainforma del 2016. Più volte proposta in teatro da Maurizio Scaparro e portata sul grande schermo da Mauro Bolognini nel 1986, l’opera racconta i giochi amorosi di Iulius, giovane forestiero, Angela, avvenente vedova, e Valeria, donna sposata, protagonisti di un sensuale ménage à trois.
Con il passaggio dalla carta stampata al web, il nostro viaggio continua con un balzo nel ‘700 – nel secondo numero del 2016, uscito in ottobre - con El marìo cortesan di Pietro Chiari, autore coevo di Carlo Goldoni e Carlo Gozzi e con loro al centro di un’accesa disputa per la supremazia nei teatri veneziani. Molto prolifico, l’ex gesuita bresciano scrisse una sessantina di commedie ed ebbe una stretta affinità con Venezia, dove visse tra il 1747 e il 1762, quando tornò nella città natale.
Ritorno al ‘500 nel numero di dicembre 2016 con La Bulesca (1514), altra commedia scritta da un anonimo veneziano che ci trasporta tra i bulli (da cui il titolo) del XVI secolo, per poi lanciarsi, da febbraio 2017, in una serie di perlustrazioni Sette-Ottocentesche, in compagnia di Simone Sografi e le sue Convenienze Teatrali (1794), Giacomo Bonfio e il Viaggio della Donna di Spirito (1830 circa) e Augusto Francesco Bon con Dietro le Scene (1838).
Sempre nel 2017, nel numero di agosto, una proposta molto particolare: il Planto de la Verzene Maria di Enselmino da Montebelluna, monaco degli Eremitani vissuto fra il XIII e il XIV secolo. Scritta in trevigiano, con latinismi e termini toscani, composta in terzine e nota anche come Pietoso lamento o Lamentatio Virginis, questa composizione è giunta a noi in una trentina di manoscritti, il più antico dei quali risale al 1369, a volte anonimi, a volte con Enselmino citato come autore, altre volte ancora con la paternità attribuita ad autori differenti, compreso il Petrarca.
Un salto in avanti fino alla fine del Settecento con il numero di ottobre del 2017, quando il nostro Progetto ha ospitato Ultimi Paruconi, lavoro del 1797 di Luigi Sugana, primo dei sette “capitoli” de La Saga dei Barbo, dal nome della famiglia veneziana nel cui salotto le vicende sono ambientate. Precedente di qualche decennio è invece La Bancarotta di Carlo Goldoni, tra le sue prime opere, che nel dicembre del 2017 su Fitainforma ci ha portati a incontrare un Pantalone oscuro, lussurioso ed egoista.
Molto vario il “cartellone” delle pubblicazioni 2018. Si parte a febbraio con L'Acqua Alta, ovvero Le nozze in casa dell'avaro di Francesco Gritti, commedia del 1769 che ci ha permesso di conoscere questo scrittore di favole e poeta, esponente della nobiltà veneziana decaduta di cui sosteneva i diritti e che sbarcava il lunario svolgendo commissioni per famiglie benestanti. Ad aprile è stata la volta de La Venetiana, lavoro opera o di Giovan Battista o di Isabella Andreini, fra i grandi protagonisti della Commedia dell’Arte nel suo pieno splendore. A giugno risale invece l’incontro con Antonio Piazza (1742-1825), scrittore, giornalista e commediografo dalla vita intensa e complicata, anche per via delle sue simpatie giacobine, del quale abbiamo scelto La famiglia mal regolata. Luisa Bergalli - moglie di Gasparo Gozzi, autrice e traduttrice, donna di cultura ricca di un talento purtroppo schiacciato dalle ristrettezze dell’economia familiare – è stata poi la protagonista di un doppio appuntamento: prima, infatti, ne abbiamo raccontato la vita (nel numero di giugno), poi (ad agosto) ne abbiamo pubblicato il testo per il teatro Le avventure del poeta, considerato il suo capolavoro, intriso di realismo e di cenni sicuramente autobiografici. Alla fine dell’Ottocento risale invece la commedia scelta per il numero di ottobre del 2018: La cameriera nova di Gerolamo Rovetta, autore nato a Brescia nel 1851 e morto suicida a Milano nel 1910, ma cresciuto artisticamente a Verona, autore di numerosi romanzi e racconti. A chiudere l’annata è stata poi La giornata del corrispondente teatrale, vivace commedia in due atti scritta nel 1848 dal veneziano Francesco Cameroni.
Arriviamo così al 2019, aperto da I bagni d'Abano e Il Talismano, testimonianze del Carlo Goldoni librettista.
Riavvolto doverosamente il nastro, vi diamo già appuntamento per il numero di agosto con… eh, no! Vi aspettiamo online per scoprire il nuovo protagonista del nostro Progetto Teatro Veneto.

 

Stampa Email